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Consumi del riscaldamento: cosa cambia dal 2022

Proprio per questo, dal 1° gennaio 2022 cambiano le norme in materia di riscaldamento e consumi. L’Unione Europea ha rivisto la direttiva sull’efficienza energetica (EED 2018/2002) attuata dal D. lgs. n. 73/2020 stabilendo che, laddove siano stati installati contatori o contabilizzatori di calore leggibili da remoto, le informazioni sulla fatturazione o sul consumo basate sulla lettura dei contabilizzatori di calore devono essere fornite agli utenti almeno una volta al mese. Esse possono altresì essere rese disponibili via Internet e aggiornate con la massima frequenza consentita dai dispositivi e dai sistemi di misurazione utilizzati.

In questo modo, si persegue l’obiettivo di tenere costantemente informati gli utenti e di rendere più comprensibili i dati di lettura dando loro la facoltà di modificare il proprio comportamento e vedere in tempo quasi reale gli effetti del proprio cambiamento in termini di risparmio energetico. Quindi dal prossimo gennaio, i dati di consumo devono essere forniti almeno mensilmente agli utenti finali se sono installati sistemi di contabilizzazione con lettura da remoto (praticamente tutti i dispositivi installati sono in grado di avere questa modalità essendo dotati di sistemi con porta M-Bus o wireless WL M-Bus). Si tenga comunque conto che i dati di consumo rilevati dai sotto contatori riguardano solo i consumi che la UNI 10200 definisce volontari, quindi non sono tutti i consumi effettivi. Inoltre, nel caso dei contatori, i dati sono espressi in kWh, un dato poco comprensibile soprattutto se riferito a consumi di tipo termico. Ecco che allora la nuova normativa prevede delle soluzioni per rendere più comprensibile la lettura dei contatori. E difatti, oltre al consumo, l’utente finale deve disporre delle seguenti informazioni:

  • affronto tra il consumo corrente di energia dell’utente finale e il consumo nello stesso periodo dell’anno precedente, sotto forma di grafico, corretto per le variazioni climatiche nel caso del riscaldamento e del raffreddamento;
  • recapiti (compresi i siti Internet) delle associazioni dei consumatori e dell’ENEA, al fine di ottenere informazioni sulle misure disponibili di miglioramento dell’efficienza energetica, profili comparativi dei consumi in base alle diverse tipologie di utenti e chiarimenti sulle migliori tecnologie energetiche disponibili nell’ambito del presente allegato;
  • confronti con il consumo di un utente finale medio o di riferimento appartenente alla stessa categoria di utenza.
Concludendo, a partire dal 1.01.2022, i dati di consumo volontario devono essere forniti agli utenti (i condòmini) almeno una volta al mese, serve quindi:
  • un’infrastruttura in grado di raccogliere i dati in maniera automatica (in gergo tecnico chiamata Ami: automatic metering infrastructure);
  • un sistema di presentazione dei dati su Internet chiaro e fruibile a tutti.

Condizionatori e riscaldamento, stretta e nuove regole da maggio

Dal 1° maggio - spiegano - partirà la cosiddetta «operazione termostato» decisa dalla commissione Ambiente della Camera all’interno del decreto Bollette che impone dei limiti di temperatura negli edifici pubblici, scuole comprese e ospedali e casa di cura esclusi. Secondo la nuova norma, proposta dal M5S, la media ponderata della temperatura dell’aria, misurata nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare, non dovrà essere superiore ai 19 gradi in inverno e minore di 27 gradi in estate, con un margine comunque di tolleranza di due gradi. Significa che il riscaldamento potrà arrivare ad un massimo di 21 gradi e l’aria condizionata potrà partire da un minimo di 29. In questo modo – sostengono i promotori dell’emendamento approvato a Montecitorio – si può ridurre il consumo di metano di 4 miliardi di metri cubi all’anno. La norma, che come detto partirà dagli edifici pubblici, potrebbe essere estesa in un secondo momento a tutte le case e a tutti gli uffici".

Come ricordano gli esperti, "al giorno d’oggi, nelle abitazioni private, esiste un limite di 20 gradi in inverno con fasce di accensione specifiche dei termosifoni in base alle zone. Si va dal 15 ottobre a Milano e Bologna fino al 1° dicembre a Palermo e Catania. Chi non rispetta il calendario rischia una multa fino a 3.000 euro".

Ma non solo: "Il Governo, inoltre, sta valutando la possibilità di ridurre il numero dei lampioni accesi e le ore di illuminazione nelle città, così come di porre dei limiti all’accensione della luce nelle parti comuni dei condomini (ad esempio nel cortile o nel giardino). Una misura che potrebbe far discutere: occorrerà tenere conto, infatti, della sicurezza nei quartieri in determinate zone e a certe ore della notte. Ma chi controllerà i limiti imposti dal 1° maggio? Bella domanda, visto che per verificare la temperatura da rispettare occorrerebbe andare da un singolo immobile all’altro. Nulla è stato deciso su questo fronte", concludono gli esperti.

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